• 2 Dicembre 2024

L’importanza e l’impronta femminile sullo sviluppo scientifico

DiRaffaele Maiucci

Nov 12, 2024

Newton, Hubble, Wheeler, Einstein, Oppenheimer, Hawking. Scienziati giganti e rivoluzionari, che, ognuno con il proprio tassello, hanno riscritto le leggi della scienza, ridefinendo la fisica dell’antichità e permettendo al mondo intero di comprendere i fenomeni della natura attraverso l’unica lingua univoca in tutto il mondo: la matematica. E non sono certo gli unici.

Negli anni, infatti, sono innumerevoli le persone che sono riuscite a lasciare la propria impronta sullo sviluppo scientifico e si parla di un mondo così vasto che probabilmente, rimanendo in tema, è matematicamente impossibile trovarvi una definizione completa prima dell’estinzione della razza umana. Tornando al tema di quest’articolo, tutte queste menti illustri sono tutti maschi. Per ragioni fondamentalmente storiche e culturali sono i maschi ad avere i meriti di numerose scoperte fondamentali, nonostante questo non sempre sono stati i padroni delle loro scoperte, e soprattutto ci troviamo in un’epoca in cui questa distinzione così profonda sta cambiando e presto nulla sarà più scontato…

Fin dalla più antica civiltà umana uomini e donne avevano caratteristiche fisiche ben distinte, e col fatto che non si potesse ancora parlare di società organizzata, basata sulle menti e sullo sviluppo, ma piuttosto di civiltà fondate sulla forza bruta da utilizzare sul lavoro, questi fisici differenti hanno portato a una divisione dei compiti, visualizzando la figura femminile come madre e quella maschile come lavoratore. Il primo avvicinamento delle donne verso l’istruzione, infatti, avviene nei conventi, dove queste si allontanano dalla possibilità di diventare madri e possono quindi, secondo la mentalità dell’epoca, dedicarsi allo studio. L’istruzione nei conventi, tuttavia, si concentra sulle materie teologiche, umanistiche o letterarie e, per ben noti conflitti con il clero, mai sulla scienza ed è per questo motivo che è ben più semplice trovare donne filosofe, pittrici o scrittrici piuttosto che scienziate. In ogni caso, nonostante la fama immensamente minore rispetto agli scienziati maschi (e neanche in tutti i casi), anche le donne hanno avuto modo di mettere la propria firma sullo sviluppo scientifico e matematico.

Più si avanza nella storia, infatti, e più è facile trovare scoperte che portano una firma femminile. Questo articolo vuole mettere in risalto proprio questo impatto non indifferente, ma trattato con indifferenza.
Sebbene le donne matematiche siano esistite anche nell’antichità e nel medioevo, è dal XVIII secolo in poi, con l’illuminismo e la fede nella ragione, che le donne hanno iniziato ad avere dei posti tra le cattedre universitarie e quindi a trovare finalmente il diritto di ricercare , come naturale conseguenza, a modificare o scrivere la scienza.

Come non parlare, per iniziare, di Marie Curie, detentrice del primo premio Nobel della storia della fisica assegnato a una donna. Dapprima studentessa all’università di Parigi, inizia a dedicarsi a studi sulla fisica e sulla chimica dopo aver incontrato Pierre Curie, l’uomo che sarà il suo futuro marito e con cui condividerà la vittoria di uno dei premi Nobel.
Presto Marie e Pierre inizieranno a collaborare fino a raggiungere un risultato strabiliante: riuscirono ad isolare un nuovo elemento, il polonio, 300 volte più radioattivo dell’uranio. Sebbene dal punto di vista prettamente industriale resti inutilizzabile per via della sua vita troppo breve, il polonio sarà la rampa di lancio per diverse scoperte successive, tra le quali è impossibile omettere il suo utilizzo per la scoperta di una nuova particella subatomica: il neutrone.

Parlando quindi di impatto sulla scienza il collegamento è spontaneo: senza gli studi di Marie Curie sarebbe stato impossibile (o molto più complesso) riuscire a definire del tutto la struttura dell’atomo e quindi a sua volta conoscere le varie implicazioni e conseguenze ad esso legate: tra cui, ad esempio, l’intera branca della fisica quantistica, ancora oggi (e per molto ancora) valida e fondamentale.
Curie, infine, è stata l’unica persona a vincere due premi Nobel in due categorie diverse: fisica e chimica.

Riflessione più generale, poi, è quella basata sull’influenza femminile sulle scoperte che ad oggi risultano assegnate a scienziati uomini. Molti passaggi chiave dello sviluppo, infatti, sono legati esclusivamente a nomi maschili nonostante la presenza imprescindibile e fondamentale di scienziate, a cui però non viene riconosciuto il merito. Rosalind Franklin, solo per fare un nome, ne è un esempio.
Esperta in chimica e biochimica, infatti, la Franklin riuscì in un’impresa senza precedenti, diffondendo la prima fotografia della storia di un filamento di DNA: la Foto 51. Grazie a questa fotografia di una potenza rivoluzionaria fuori misura, i due scienziati Watson e Crick riuscirono ad elaborare il modello chimico della molecola di DNA, vincendo con esso il premio Nobel. Il merito di Franklin, tuttavia, non venne mai riconosciuto e anzi, inizialmente venne attribuito a Watson e Crick anche il merito dello stesso scatto.

Insomma, di esempi ce ne sono tantissimi, troppi forse per essere racchiusi in un solo articolo. Nessuna scienza, infatti, si sviluppa grazie a uomini o donne esclusivamente, ma lo sviluppo rimane sempre in mano alle persone. La fisica, la biologia, la chimica e la medicina, quindi, non possono essere da meno.

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