Ormai si sente sempre di più parlare di fluidità di genere, omosessualità e identità sessuale. Ma questi termini o, meglio, questa realtà (ossia l’omosessualità) esiste sin dall’antichità. Molti studiosi attribuiscono a alcuni personaggi storici l’appartenenza a questa realtà, che fa parte della natura umana. Uno dei primi a parlare di “fluidità” fu Zygmunt Bauman, con l’espressione “modernità liquida”, voleva sottolineare il fatto che “l’unica sua costante sia il cambiamento e l’unica certezza sia l’incertezza” e la nostra società rispetta questi valori.
Quindi viviamo in una “società fluida” dove ognuno è libero di comprendere quale sia il proprio orientamento sessuale.
Durante gli anni sono nati, o meglio sono stati riconosciuti, sempre più orientamenti sessuali raggruppati tutti in LGBT.
LGBT è l’acronimo che indica una comunità che raggruppa le organizzazioni lesbiche, gay, bisessuali e trans, e tutti coloro che non si definiscono eterosessuali e cisgender (le persone la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico alla nascita).
L’acronimo spesso viene cambiato aggiungendo una Q alla fine che indica l’essere queer cioè chi non si identifica o si sta ancora interrogando sulla propria identità, oppure con un + per indicare tutti coloro che non fanno parte dei gruppi già presenti.
I termini “pansessuale” (attratto emozionalmente e/o sessualmente verso un individuo senza dare importanza al suo sesso e al suo genere), “omnisessuale” (attratto da tutti i generi), “fluido” (non appartenente a nessuna categoria sessuale e con attrazioni fluide che possono cambiare nel tempo) e queer sono considerati come parte del termine generale “bisessuale” (e quindi sono considerati parte della comunità bisessuale). Allo stesso modo, i termini “transessuale” e “intersessuale” sono considerati come parte del termine “transgender”, sebbene molte persone transessuali e intersessuali non siano d’accordo su questo punto.
Il fatto che qualcuno si identifichi apertamente o meno all’interno della comunità può dipendere dal vivere in un ambiente discriminatorio, così come dalla condizione dei diritti LGBT dove vive. Infatti spesso questa comunità subisce atti discriminatori per colpa della loro “diversità” anche se è solamente una questione di amore.
Identificarsi parte della comunità LGBT non deve essere causa di vergogna, poiché ognuno è libero di amare chi vuole e identificarsi come vuole e nessun altro può decidere al posto suo.
Chi discrimina questa comunità è un omofobo, Il termine omofobia indica la scarsa tolleranza e la repulsione nei confronti dell’omosessualità, delle persone omosessuali e delle azioni ad esse riconducibili. L’omofobia può arrivare alla violenza fisica e all’omicidio, motivati dalla pura e semplice omosessualità della vittima.
fonti: Wikipedia, La repubblica, adhocnews, il Messaggero, parlarecivile.
Samuel Lukasiewicz e Davide Cenciarini